Viterbo – La preghiera di Raffaele Ascenzi per Campo delle rose. Una particolare intenzione da parte dell’ideatore di Gloria, a sostegno dell’associazione che sta aiutando la famiglia Di Biagio a realizzare una struttura per ragazzi con disabilità mentale grave.
Nella sua macchina di santa Rosa, che riceve le intenzioni di tanti viterbesi, quest’anno ha voluto che la prima fosse per le 13 famiglie impegnate nel progetto. Con il solo scopo di garantire un futuro certo ai loro figli.
Quando non ci saranno più. “L’intento – spiega Ascenzi – è di dare una mano
all’associazione che sta lavorando per far decollare il progetto.
Serve per aiutare ragazzi con problemi psichici importanti. La mia preghiera, è perché santa Rosa ponga la sua attenzione e dia il suo aiuto. Per far crescere questo progetto e garantire un domani a tanti ragazzi, quando le loro famiglie non ci saranno più”.
La struttura sta prendendo corpo tra Marta e Viterbo, sul lago di Bolsena. “Vogliamo farci conoscere come associazione – spiega la presidente Graziella Iacoponi – quello che si sta realizzando è un qualcosa che non esiste non solo a Viterbo, ma pure a livello regionale.
I lavori sono in stato avanzato, ma occorre portarli a termine”.
Sotto Gloria il messaggio lanciato da Raffaele Ascenzi. L’architetto si augura che possa essere raccolto da molti.
“Sono andato a vedere la struttura – spiega Ascenzi – e posso dire che è stupenda, in un posto incantevole. Confidiamo nel sostegno di molti”.
Già che se ne parli è un primo risultato. “È già un piccolo miracolo – osserva Tiziana Piccioni, socia di Campo delle rose – il primo obiettivo è farci conoscere. Ringraziamo Raffaele Ascenzi”.
Proprio di recente, il progetto ha avuto l’ok del consiglio comunale. Serviva un cambio di destinazione d’uso del terreno. Per proseguire nella realizzazione di un centro diurno residenziale, una fattoria sociale. Un progetto d’inclusione portato avanti con tenacia da Franca Di Biagio e da suo marito.
Ci hanno investito centinaia di migliaia di euro e potrà prendere vita anche grazie alla disponibilità dei Passionisti che gestiscono una struttura d’accoglienza simile ad Arezzo. A regime sarà in grado d’ospitare quaranta persone.
Evitando, così, che ragazzi finiscano in istituti lontani da casa e dai loro affetti.